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 NOCERA UMBRA
p_512201410946312La storia
La posizione geografica, con ampie distese di monti, colline e vallate ricche di acque, ha favorito insediamenti umani a Nocera fin dalla Preistoria, di cui il territorio porta significative tracce. Nel 1986 sono stati ritrovati dei "choppers", risalenti a circa 500.000 anni fa, che rappresentano i più antichi reperti del territorio. Varie civiltà si susseguirono a Nocera: quella del ferro, la subappenninica, la italica; esse sono documentate da reperti raccolti in musei di Roma e Perugia. La civiltà umbra ha avuto, nella fondazione di Nocera centro, l’espressione amministrativa di una Città- Stato, che dominava il territorio in forma unitaria. Il nome significa: "Nuova Costruzione", dall’osco umbro Noucr, e risale al VII secolo a.C.. In essa trovò vita e progresso la tribù dei Favonienses, devoti alla dea Favonia, cui si aggiunsero i Camellani, provenienti dalla vicina Camerino. 

Durante le Guerre Sociali, i Nocerini ebbero riconosciuta la loro autonomia con l’elevazione della città a Municipium. I Romani costruirono la Consolare Flaminia Roma-Fano e, poco dopo, il diverticulum (scorciatoia) Nocera-Ancona. Nocera, durante l’impero romano, poteva vantare una fiorente industria del legno; infatti Strabone, nell’elenco delle città allora conosciute, aggiunge al nome Nocera: "...dove si costruiscono oggetti di legno."; Tolomeo la chiama colonia. La religione cristiana si affermò presto nella città e nel territorio, tanto che, nel secolo V, fu riconosciuta Diocesi. La Flaminia fu la rovina della città, quando i Popoli Nuovi, scesi dall’Europa centrale, si riversarono su Roma attraverso le strade consolari. La prima distruzione di Nocera, avvenne nel 410 d.C, ad opera dei Visigoti. Tale evento, tuttavia, non segnò la fine del centro; infatti, i Nocerini superstiti ricostruirono la città sul colle, dove ancora oggi è posta la parte antica. 

Nel 571 d.C., i Longobardi si stanziarono davanti alla città, sul Castellano, e fecero di Nocera una Arimannia di avamposto sicuro per il Ducato di Spoleto. Sono testimonianza preziosa di questa dominazione, tre Necropoli che hanno riportato alla luce un imponente materiale documentario. Le tappe che hanno caratterizzato la storia di Nocera, nella seconda metà del primo Millennio, sono da sintetizzare in questo modo: postazione militare, Castaldato, Contea; un incastellamento fitto e ben collegato, dove Rocche, Castelli, Torri (punti di osservazione strategici) dettero lustro e dominio ad un territorio che si estendeva fino a Fabriano. Nocera, già "Arx fortissima" (rocca imprendibile), fu maggiormente accresciuta (aucta fuit), come dice il codice 341 di Assisi. Durante il feudalesimo, i giochi di potere dei Duchi e dei Conti assoggettarono ai più forti tutto il territorio, che andò frantumandosi con l’avvento dei commerci e della potenza dei Comuni limitrofi. 

Il Comune di Nocera, sorto nella seconda metà del sec. XII e appoggiato dal Vescovo Anselmo, per opporsi allo strapotere del Conte, ebbe vita breve, perchè, per sopravvivere, nel 1202 dovette sottomettersi a Perugia. Nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini, Nocera fu distrutta dalle truppe di Federico II nel 1248. Stentò a riprendersi, anche perché i Castelli preferirono allearsi con le città vicine più potenti ed in forte espansione. A seguito delle Costituzioni dell’Albornoz, Nocera si dette nuovi Statuti nel 1371 e fu aggregata allo Stato della Chiesa. Nel 1393 fu data in vicariato ai Trinci di Foligno. Dal 1439 fu direttamente amministrata dallo Stato Pontificio. 

Ormai non più importante, sotto il profilo politico, durante il Rinascimento, Nocera cominciò ad essere conosciuta e stimata dagli studiosi dell’epoca per le virtù terapeutiche delle sue acque. Fin dall’antichità l’acqua di Nocera era apprezzata e conosciuta per la purezza, la freschezza e gli effetti medicinali, a livello italiano ed europeo. Ciò grazie anche alla stabilità politica ed al benessere raggiunto dallo Stato Pontificio. Nel 1653, lo Jacobilli scrive: " ... giornalmente cavata e condotta non solamente a Roma, Fiorenza, Milano ed altri luoghi d’Italia ma anco in Germania, Portogallo, in Costantinopoli e in altre regioni lontanissime, ricevendosi dappertutto mirabili effetti ". La fama dell’acqua si accrebbe, raggiungendo, nel sec. XVIII, il massimo riconoscimento, quando divenne termine di paragone per giudicare la mineralità di altre acque. Lo Stato Pontificio si impegnò a costruire palazzi adeguati per rendere confortevole il soggiorno dei "purganti", come venivano detti i turisti del tempo. Nocera fu meta di signori, di principi, di letterati e borghesi. 

Altro elemento caratterizzante la Nocera moderna è la ricchezza culturale, sviluppatasi in maniera particolare nel Seminario Vescovile, abilitato dall’inizio del sec. XIX, per benevolenza pontificia, a concedere Lauree in Teologia, Diritto Canonico e Civile. Nel 1860 la città fu annessa allo Stato italiano. La struttura del centro e del territorio, legata al mondo militare, agricolo ed artigianale, non ha saputo reggere all’evoluzione dell’industria, poco adatta alla zona, ed agli eventi politici avversi. Con un passato interessante alle spalle e con la volontà di voler emergere, Nocera, oggi, è in fase di sviluppo per una sua qualificazione culturale e turistica. 
Collocazione
Il territorio nocerino è situato alle pendici del Monte Pennino e si presenta quanto mai movimentato, dalla stretta valle del fiume Topino a quella più ampia ed aperta del fiume Caldognola si sale gradualmente fino all’altopiano di Collecroce (872 m.), la vallata di Salmaregia e quindi al massiccio del Monte Pennino (1571 m.). Le valli, le dolci colline e le cime arrotondate dei monti, parzialmente coperte da boschi offrono un gradevole paesaggio che in primavera assume l’aspetto di tappeti naturali multicolori per le abbondanti fioriture. La struttura collinare e le numerose grotte presenti fanno supporre che questo territorio sia stato abitato dall’uomo fin dai tempi più remoti. 
La città è posta in modo centrale al territorio e si erge su uno sperone di roccia (548 m.) a guardia delle fertili vallate ricche di acque e dell’antica via Consolare Flaminia
La struttura urbanistica della città è costituita da piccole vie che seguono le linee di livello della collina e salgono fino all’antica Roccaforte che domina l’intero abitato
Scavi archeologici
Nel territorio nocerino ci sono moltissimi siti archeologici di varie epoche, che testimoniano la presenza dell'uomo nel nostro territorio dal periodo paleolitico in poi.

Tutte i ritrovamenti di insediamenti umani, dal periodo paleolitico inferiore (con i ritrovamenti di schegge, lamelle, ecc.) In poi, passando per gli umbri, romani, longobardi ecc., saranno raccolti nel nuovo museo archeologico.

Siti archelogici
I siti archeologici nel territorio nocerini sono numerosissimi. Possiamo affermare che nessuno di loro e completamente concluso, somno tutti in itinere, e per mancanza di fondi si sono temporaneamente interrotti. Qualcuno di essi e' comunque possibile inserire in un itinerario didattico di notevole interesse.
Alcuni esempi:
– Loc. Zingaretti: presenza di una villa romana con sopra un insediamento alto medioevale, e gli scavi sono tutt'ora aperti.
– Svincolo nocera umbra (casa alunni paolo): statio romana, terme, villa, e' stato scavato il sito, ma i lavori non sono piu' proseguiti per mancanza di fondi.
– Loc. Casino, casebasse di nocera umbra: presenza di un sito romano che testimonia la presenza di un centro di meretrici romane.
– Poi abbiamo numerosissimi siti come ponti, sostruzioni, in loc. Capannacce, colle di nocera, maesta' del picchio, gaifana, campodarco, un bellissimo ponte romano marmoreo in loc. Nocera scalo, che tracciano la via flaminia.

Sito del portone, che e ' una necropoli longobarda, in loc. Campo ferretti, qui' occorre una valorizzazione del sito in quanto presenta caratteristiche veramente importanti, appartiene al circuito del castellano (largnano, africa ecc.).
Sito alto medioevale di notevole importanza e' la grotta dell'angelo (500-600 d.c.) in loc. Bagnara. 
                        
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  La città museo
I numerosi ponti romani, le possenti sostruzioni, i resti di “stationes” delineano in modo evidente l’antico tracciato della Via Flaminia, arteria di primaria importanza per Roma e di collegamento - diverticolo N
ocera Ancona – con il mare Adriatico; i resti delle abitazioni patrizie e non venuti alla luce evidenziano una ben sviluppata struttura urbanistica. Il recente ritrovamento del perimetro una chiesa altomedievale avvalora ancora in modo più profondo la presenza del popolo longobardo che così tanto ha influito nella vita quotidiana, nella cultura, nell’arte dei nocerini, ma che oggi è solamente riscontrabile attraverso la lettura dei soli “siti” e dei ricchissimi corredi trovati nelle tre importanti necropoli. Le rocche e i castelli (Pertana, Salmaregia, Colle, Postignano, … ) e le torri di avvistamento presenti in ogni angolo strategico oltre il ruolo difensivo, indicano il culmine di un’espressione architettonica pregevole, in armonia con il paesaggio e nucleo costitutivo di successivi centri abitati ancora oggi vissuti. 
Le innumerevoli “chiesette” , dedicate al culto dei Santi protettori del territorio, offrono, con il loro patrimonio artistico significativi momenti della storia dell’arte locale. Fra queste numerose emergenze religiose spiccano la Chiese di Aggi dalle linee architettoniche duecentesche e le tele di altri autori, con gli affreschi di Matteo da Gualdo; la Chiesa di Acciano con affreschi di anonimo di scuola umbra della seconda metà del sec. XV; la Chiesa di Stravignano, dedicata a S. Maria dove si ammira la tela d’altare con la Madonna e il Bambino; la chiesa di Bagnara che conserva, oltre i residui di affreschi quattrocenteschi di Matteo da Gualdo, tre altari lignei seicenteschi ed un organo dei primi del ‘700 ed infine la chiesa di Boschetto dedicata a San Giovanni con affreschi del secolo XVI. Il centro cittadino costituisce il cuore della “città-museo”; subito si percepisce la perfetta e funzionale simmetria delle piccole vie tagliate successivamente dall’antica via del Borgo del XIII dove si affacciano maestose abitazioni che conservano, al loro interno, tracce di affreschi e pregevoli portali le cui architetture romaniche e gotiche convivono in armonia. Di particolare pregio storico sono alcuni “vicoli” (via Camilli, via Fossatello, via Ortaccio, via Il Sasso, …) che ancora oggi mantengono inalterato l’aspetto architettonico originario. Il centro culmina con la roccaforte di cui rimane solamente il possente torrione, “Campanaccio”, che domina tutto il territorio comunale ed è a vista con i circostanti Castelli. Adiacente al “Campanaccio” è il Duomo, anticamente tempio pagano dedicato alla Dea Favonia, da cui è derivata la tribù dei Nucerini Favonienses. L’attuale Piazza Caprera è la Piazza medioevale del Comune dove sorgevano i Palazzi tre-quattrocenteschi delle autorità civili e religiose e la Chiesa di San Francesco del 1368, oggi sede del Museo Civico della città dove sono raccolte alcune delle più significative opere d’arte provenienti dal territorio; tra queste il Polittico di Niccolò di Liberatore, il Crocifisso ligneo della seconda metà del XIII secolo, la tavola di Matteo da Gualdo "Incontro di Gioacchino ed Anna alla Porta Aurea".
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Pinacoteca comunale
Museo archeologico
Torre civica
Museo archeologico o “Museo Centro di documentazione dei siti archeologici territoriali”, è sito presso i locali dell’ex Municipio appositamente restaurato, nel Centro Storico della città. Il percorso prevede l’esposizione degli strumenti litici del Paleolitico inferiore da Pascigliano, quelli neolitici dalla località Le Spogne e i reperti dell’Età del Bronzo dai Piani di Sorifa. La fase umbra ed ellenistico-romana è rappresentata dai corredi della necropoli di Boschetto-Ginepraia (VIII – V sec. a.C.) e dai reperti della Collezione Staderini. La sezione d’epoca romana vede l’esposizione di importanti iscrizioni di carattere pubblico e dei materiali provenienti da via Garibaldi e dalla zona della Palombara, dalle necropoli (Le Case, La Valle, Maestà di Picchio) e dal territorio. Ampio spazio è dedicato alla via Flaminia ed alle monumentali opere (sostruzioni, ponti, chiavicotti) che costellano il tratto stradale nocerino; un plastico del segmento viario permette di meglio visualizzare il percorso e le infrastrutture, grazie anche all’ausilio di supporti multimediali. Per la prima volta è possibile vedere i risultati degli scavi effettuati dalla Soprintendenza Archeologica nel complesso residenziale di età romana di Campodarco - Zingaretti, con l’eccezionale apparato decorativo di stucchi, e in località Le Spogne, dove è localizzato un ampio complesso monumentale lungo la via Flaminia, in uso tra la prima età imperiale e l’età tardo-antica. La sezione dedicata al periodo longobardo illustra, infine, i siti, noti e di ultima individuazione, del territorio ed espone alcuni corredi della nota necropoli di Pettinara - Casale Lozzi. 

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Le sorgenti
L’abbondanza di acque, per lo più con caratteristiche organolettiche uniche, rappresenta la principale ricchezza del territorio nocerino. Basti ricordare che esistono innumerevoli sorgenti, alcune delle quali vengono condottate per servire altri Comuni. Tra le altre spiccano, per importanza storica o per sfruttamento, quelle che si possono ritenere le sorgenti principali del Comune: la Angelica, la Flaminia e quella del Cacciatore, che rappresentano il passato, il presente ed il futuro di Nocera rispetto alle acque.


Sorgente Angelica

Nasce in località Bagni di Nocera (vedi percorso n. 1) ed è certamente la più antica delle tre sotto il profilo dello sfruttamento commerciale. Infatti, basta ricordare che l’idropinoterapia era conosciuta e praticata nella zona di Nocera con l’acqua di questa sorgente già dal 1500, trovando, poi, massima affermazione con l’apertura di un centro termale in prossimità della sorgente stessa. Lo sfruttamento ad alti livelli comportò una risonanza tale da portare questo luogo ad essere uno dei centri più richiesti dell’epoca nell’Ita
lia centrale. Tale successo andò poi pian piano tramontando, fino a spegnersi nel periodo a cavallo tra la fine del sec. XIX e i primi del sec. XX. Le cause vanno ricercate nella evoluzione del sistema turistico-termale e, soprattutto, nell’affermarsi di un nuovo modo di trascorrere la villeggiatura. Se dal punto di vista turistico l’acqua di Nocera ha conosciuto in quel periodo un momento di grave crisi, non si può dire la stessa cosa per quanto concerne il settore commerciale della stessa che, contemporaneamente, ha avuto la sua maggiore affermazione in quanto, esportata ormai da tempo, era conosciuta dalla Germania al Portogallo e perfino a Costantinopoli. A partire dalla fine del secolo XIX, grazie alla capacità imprenditoriale dell’industriale milanese Felice Bisleri (vedi passeggiata n.1), l’acqua di Nocera venne esportata in paesi come l’America del Nord, quella Latina e l’India. Per cogliere le sue qualità e comprendere la bontà terapeutica riconosciutagli all’epoca dai "purganti" (così erano chiamati coloro che andavano a curarsi negli stabilimenti termali), basta ricordare quanto detto dal naturalista Francesco Redi (1628-1698) e riproposto nella lapide affissa sopra la fontana antistante la Porta Vecchia (vedi passeggiata n. 3). Nel corso dei secoli numerosi sono stati gli scritti scientifici relativi alle caratteristiche di tale acqua e tutti gli autori concordano nel ritenerla di ottima qualità, tanto che nel sec.XVII
I venne presa come campione, sia per le sue caratteristiche fisiche che per quelle chimiche, per valutare la qualità di altre acque. Nel settembre del 1805 vennero appositamente a Nocera, per analizzare l’acqua di questa sorgente, due celebri studiosi, destinati a rimanere nella storia, il prof. Alessandro Humbolt ed il prof. Gay Lussac. Nel settore turistico termale Nocera ha rappresentato in passato un luogo molto ambito dalla nobiltà e dalla borghesia, tanto che numerosi ed illustri furono i personaggi che vennero a curarsi a Nocera; tra gli altri da ricordare: Vincenzo Monti, Luigi Pirandello e Giacomo Leopardi. La casistica delle malattie curate con questa acqua era la più ampia, basti pensare che tra le varie patologie vi era anche la nevrastenia. Oggi la sorgente ha perso il suo antico splendore e del vecchio centro termale rimane il complesso degli edifici in fase di totale sistemazione.
Sorgente Flaminia
Nasce in località Le Case (vedi percorso n. 5). Attualmente è la più sfruttata, in quanto le sue acque sono condottate presso lo stabilimento di Nocera Scalo (vedi percorso n. 5) dove vengono imbottigliate ed immesse sul mercato con il marchio " Nocera Umbra sorgente Flaminia".

Sorgente del Cacciatore

Detta anche del Centino, nasce in prossimità di Schiagni e possiede particolari caratteristiche di mineralità che la rendono adatta per usi terapeutici. Già nel passato, per la sua leggerezza, trovava impiego in particol
ari patologie. Il Comune di Nocera Umbra punta a sfruttare le caratteristiche di tale acqua attraverso la realizzazione di un ambizioso progetto quale è quello dell’apertura di un centro termale. Le caratteristiche terapeutiche di questa acqua sono state riconosciute attraverso delle sperimentazioni ad alto contenuto scientifico, condotte da diversi medici e studiosi, luminari nel settore. Alle analisi di laboratorio hanno fatto seguito sperimentazioni pratiche su pazienti affetti da particolari patologie e su soggetti sani.  
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La conclusione a cui si è giunti dopo vari esami ha portato ad affermare che tale acqua interviene in numerosi fattori: favorisce la diuresi, aumenta la escrezione urinaria di urati, riduce la escrezione urinaria di calcio, migliora la funzione epatica, migliora la funzione del pancreas 
esocrino, agisce come coadiuvante nel trattamento del diabete e non determina effetti collaterali di alcun genere. Va a ciò aggiunto che, in seguito a tali risultanze, il Consiglio Superiore della Sanità ha autorizzato l’uso di tale acqua per le seguenti terapie: funzionalità epatica e pancreatica, diuresi, calciuria e uricuria, coadiuvante nella cura del diabete. Attualmente, nonostante i lavori di realizzazione del progetto principale proseguano, è possibile accedere all’interno di tale struttura per godere dell'acqua della sorgente, insieme ad un po' di relax.
 
 
In un contesto naturale dove i profumi e i sapori della tradizione contadina sono ancora vivi sorge l'Agriturismo la Selva in località Ponte Parrano (Palombara di Nocera Umbra). 
L'azienda si sviluppa su una superficie di 10 ettari con una struttura ricettiva di 360 mq.
24 posti letto tra camere e appartamenti.

La struttura è composta da una sala ristorante dove gli ospiti si ritrovano per la prima colazione e per la cena.

Uno spazio adibito alla vendita dei prodotti che l'azienda produce.

Tre distinti appartamenti che riproducono fedelmente le componenti della tradizione rurale umbra, composti da angolo cottura (fornito di tutto l'occorrente) soggiorno con divano letto, camera matrimoniale, (2-4 posti letto) servizio sanitario autonomo.
Uno degli appartamenti e concepito per rendere confortevole anche il soggiorno di disabili. 

Nell'azienda si può usufruire della piena autonomia degli appartamenti oppure avvalersi della mezza pensione e pernottare in matrimoniale-tripla o quadrupla tutte con bagno privato.

L'azienda offre molteplici varietà di prodotti (insaccati, carni, tartufi, funghi, legumi, ortaggi, marmellate, conserve, sott'oli, vini, dolci e pasta fatte in casa).
 L'Agriturismo La Selva offre diversi momenti ricreativi, culturali, centro equestre (500m.), percorsi tracciati da percorrere a piedi, in mountain bike  o a  cavallo. 
Spazi idonei per il gioco dei bambini, parco con piscina. 

Il centro promuove altre importanti iniziative: Apprendimento tecniche e manovalanze agricole, studio di osservazione delle culture in atto e degli allevamenti presenti, escursioni naturalistiche e visite guidate. 
Ma il vero gioiello dell'Azienda è e resta, comunque, la Selva: una secolare macchia mediterranea alle spalle dell'agriturismo.



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